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    Le ore di guardia con obbligo di reperibilità e di recarsi nel luogo di lavoro in tempi brevi costituiscono “orario di lavoro”.

    27/02/2018

    La mancanza del progetto determina l’automatica conversione del contratto in rapporto di lavoro subordinato.

    26/02/2018

    Risarcibile il danno cagionato al lavoratore per straining.

    21/02/2018

    Il Datore di Lavoro non risponde dei danni da infortunio del lavoratore che ponga in essere condotte non rientranti nell'ambito della prestazione...

    09/01/2018

    Al lavoratore con contratto di formazione e lavoro assunto dalla P.A. spetta la retribuzione per le mansioni “di fatto” svolte.

    09/01/2018

    Troppe trasferte, gastrite per il dipendente pubblico: sì all’indennizzo e al risarcimento

    05/01/2018

    Licenziato dopo due anni dal fatto: al lavoratore spetta la sola tutela indennitaria.

    04/01/2018

    Bando ISI, l’INAIL mette a disposizione più di 249 milioni di euro per la prevenzione.

    26/12/2017

    Lavoro: Cassazione, la P.A. deve assumere chi ha superato il concorso.

    22/12/2017

    Nessun comportamento abnorme del lavoratore che tiene una condotta rientrante nelle sue attribuzioni.

    18/12/2017

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    26/02/2018

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    18/12/2017

    Le ore di guardia con obbligo di reperibilità e di recarsi nel luogo di lavoro in tempi brevi costituiscono “orario di lavoro”.

    27/02/2018

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    Il difficile equilibrio tra ragioni organizzative e principi di correttezza e buona fede nel trasferimento del lavoratore.

    01/02/2016

    Avv.

    FONTE: www.dirittoegiustizia.it - AUTORE: Ilaria Leverone

     

    Ferma restando l’insindacabilità dell’opportunità del trasferimento, salvo che risulti diversamente disposto dalla contrattazione collettiva, il datore di lavoro, in applicazione dei principi generali di correttezza e buona fede, qualora possa far fronte a dette ragioni avvalendosi di differenti soluzioni organizzative, per lui paritarie, è tenuto a preferire quella meno gravosa per il dipendente, soprattutto nel caso in cui questi deduca e dimostri la sussistenza di serie ragioni familiari ostative al trasferimento. Da ciò discende che l’accertamento del giudice non può essere limitato alla situazione esistente nella sede di provenienza, ma deve estendersi anche alla sede di destinazione del lavoratore, restando a carico del datore di lavoro l’onere di provare la sussistenza di dette ragioni.

     

    (Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza n. 1608/16; depositata il 28 gennaio)

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